Il peccato
Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell'uomo a causa di una violazione grave della Legge di Dio; distoglie l'uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore (CCC 1855)
Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: « È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso » (CCC 1857)
-La materia grave è precisata dai Dieci Comandamenti
-L'avvertenza piena è la piena consapevolezza dell'immoralità dell'atto che si vuole commettere
-Il perfetto consenso è la piena adesione della volontà all'atto peccaminoso
Un peccato commesso per ignoranza invincibile, ossia quando non si sospetta neppure minimamente che l'atto è peccaminoso, non è imputabile. Al contrario, l'atto peccaminoso commesso per ignoranza vincibile, ossia quell'ignoranza che può essere superata ricercando la verità ma non viene superata per negligenza o altro, è imputabile.
Prima di agire bisogna considerare il valore morale dell'atto che si sta per compiere e qualora non si abbia la certezza morale della sua bontà è bene rimandare la scelta e tentare in ogni modo di raggiungerla. I principi generali della moralità, la Sacra Scrittura, il Magistero della Chiesa e il consiglio di un sacerdote o di un direttore spirituale sono di grande aiuto per conoscere la verità e agire in modo conforme ad essa, così da evitare il peccato.
Il Concilio di Trento ha definito la necessità di confessare tutti i peccati mortali nel Sacramento della Penitenza per riconciliarsi con Dio. Bisogna confessare i peccati mortali indicando la specie e il numero di volte che si è caduti nello stesso peccato.
Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza o senza totale consenso.
Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale. Tuttavia il peccato veniale non rompe l'alleanza con Dio. È umanamente riparabile con la grazia di Dio. « Non priva della grazia santificante, dell'amicizia con Dio, della carità, né quindi della beatitudine eterna ». (CCC 1862-1863)
Il peccato interno non si esprime con un'azione esterna ma resta nell'interiorità dell'uomo. I peccati interni sono di tre tipi: di pensiero, di desiderio, di soddisfazione. Se sussistono le condizioni suddette (materia grave-piena avvertenza-perfetto consenso) anche un peccato interno può essere mortale.
-peccato di pensiero (delectatio morosa): è il voler pensare o immaginare un atto immorale anche se non lo si compie all'esterno
-peccato di desiderio (desiderium): è il desiderio generale di qualcosa di moralmente cattivo (ad. esempio la brama di potere...)
-peccato di soddisfazione (gaudium): è il godere interiormente di un atto immorale commesso nel passato anche se non vi è la disposizione di ripeterlo ancora
La causa prossima del peccato è la malizia della volontà.
-allontanamento da Dio, perdita della comunione con tutta la Trinità
-perdita della comunione con i fratelli nella fede
-uno stato di inquietudine interiore che turba e toglie la pace, come una frattura intima
I peccati che si oppongono direttamente alla virtù della fede e della speranza come l'apostasia, l'eresia e l'incredulità, distruggono queste virtù. Nel caso di peccati mortali che non si oppongono direttamente ad esse, queste virtù restano ma in modo precario.
- Cos'è il peccato?
Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell'uomo a causa di una violazione grave della Legge di Dio; distoglie l'uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore (CCC 1855)
Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: « È peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso » (CCC 1857)
-La materia grave è precisata dai Dieci Comandamenti
-L'avvertenza piena è la piena consapevolezza dell'immoralità dell'atto che si vuole commettere
-Il perfetto consenso è la piena adesione della volontà all'atto peccaminoso
Un peccato commesso per ignoranza invincibile, ossia quando non si sospetta neppure minimamente che l'atto è peccaminoso, non è imputabile. Al contrario, l'atto peccaminoso commesso per ignoranza vincibile, ossia quell'ignoranza che può essere superata ricercando la verità ma non viene superata per negligenza o altro, è imputabile.
Prima di agire bisogna considerare il valore morale dell'atto che si sta per compiere e qualora non si abbia la certezza morale della sua bontà è bene rimandare la scelta e tentare in ogni modo di raggiungerla. I principi generali della moralità, la Sacra Scrittura, il Magistero della Chiesa e il consiglio di un sacerdote o di un direttore spirituale sono di grande aiuto per conoscere la verità e agire in modo conforme ad essa, così da evitare il peccato.
Il Concilio di Trento ha definito la necessità di confessare tutti i peccati mortali nel Sacramento della Penitenza per riconciliarsi con Dio. Bisogna confessare i peccati mortali indicando la specie e il numero di volte che si è caduti nello stesso peccato.
Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza o senza totale consenso.
Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale. Tuttavia il peccato veniale non rompe l'alleanza con Dio. È umanamente riparabile con la grazia di Dio. « Non priva della grazia santificante, dell'amicizia con Dio, della carità, né quindi della beatitudine eterna ». (CCC 1862-1863)
- Che differenza c'è tra peccato esterno e peccato interno?
Il peccato interno non si esprime con un'azione esterna ma resta nell'interiorità dell'uomo. I peccati interni sono di tre tipi: di pensiero, di desiderio, di soddisfazione. Se sussistono le condizioni suddette (materia grave-piena avvertenza-perfetto consenso) anche un peccato interno può essere mortale.
-peccato di pensiero (delectatio morosa): è il voler pensare o immaginare un atto immorale anche se non lo si compie all'esterno
-peccato di desiderio (desiderium): è il desiderio generale di qualcosa di moralmente cattivo (ad. esempio la brama di potere...)
-peccato di soddisfazione (gaudium): è il godere interiormente di un atto immorale commesso nel passato anche se non vi è la disposizione di ripeterlo ancora
- Quali sono le cause del peccato?
La causa prossima del peccato è la malizia della volontà.
- Quali sono gli effetti del peccato mortale?
-allontanamento da Dio, perdita della comunione con tutta la Trinità
-perdita della comunione con i fratelli nella fede
-uno stato di inquietudine interiore che turba e toglie la pace, come una frattura intima
I peccati che si oppongono direttamente alla virtù della fede e della speranza come l'apostasia, l'eresia e l'incredulità, distruggono queste virtù. Nel caso di peccati mortali che non si oppongono direttamente ad esse, queste virtù restano ma in modo precario.
- Perchè il peccato mortale allontana da Dio?